Messina


L'antica Zancle, distesa tra i Monti Peloritani e lo stretto, in una lingua di terra a forma di falce che delimita un ampio porto naturale, ha costituito per millenni il più sicuro approdo al centro del Mediterraneo, aperto a grandi rotte commerciali. Il porto di Messina già nel V secolo A.C. era infatti molto attivo. La storia culturale della Messina greca e romana sta oggi emergendo grazie ad alcune scoperte archeologiche, che hanno rivelato tracce dell'impianto ippodameo dell'abitato, anche se ben poco rimane del patrimonio monumentale e artistico distrutto dai ripetuti terremoti: il santuario di Nettuno, il faro con la statua gigantesca di Posidone, il teatro, il tempio di Eracle Manticlo sono infatti scomparsi lasciando poche tracce nelle collezioni del Museo Regionale. La storia di questa città, d'origine greca, ha visto passare gli Arabi, gli Ebrei e gli Armeni. La città è come adagiata sul fronte digradante dei Peloritani...
Per chi la osserva dal mare, non è difficile comprendere l'attuale struttura urbanistica. Le principali arterie sono la via Garibaldi, che si trova lungo la marina del porto, e la via I Settembre, che porta al centro della città, caratterizzato dalla Piazza Duomo. Altro centro nevralgico è piazza Unità d'Italia.
Il succedersi delle varie dominazioni ha determinato fasi di alterna importanza tra il porto ed il centro urbano. Con la dominazione bizantina la città vide rifiorire il suo porto, centro del traffico marittimo. I Normanni invece concentrarono i propri interessi amministrativi prevalentemente nella zona urbana mentre, gli Svevi, portarono una nuova organizzazione urbanistica alla città. La rivolta antispagnola del 1674/78 segnò una svolta in negativo, dando inizio ad un periodo di decadenza.

Un elemento da non trascurare poiché determinante nelle sorti della città, è la particolare sismicità cui è soggetta la zona di Messina. La città subì gravi danni in seguito alle scosse di terremoto del 1783, e, il devastante evento tellurico che la colpì nel 1908, rase quasi del tutto al suolo la città, che subì anche gli effetti del maremoto. Finì distrutta la splendida "Palazzata", o Teatro marittimo, che costituiva il fronte a mare. Le perdite umane si aggirarono intorno alle 60.000 unità. Da una situazione che lasciava sperare ben poco la città comunque ne uscì grazie all'enorme forza di volontà dei suoi abitanti. La ricostruzione fu avviata rapidamente e, il nuovo aspetto urbanistico della città fu ideato da L. Borzì, che comunque salvò le preesistenze che ritenne possibile includere nel nuovo piano urbano. Messina costituisce una meta turistica molto interessante per i suoi monumenti prestigiosi, per la bellezza dei suoi dintorni e perchè no, anche per l'ottima cucina.
Cosa vedere a Messina? È possibile ammirare a Messina il più prestigioso monumento normanno voluto da Ruggero II, ovvero il “Il Duomo”, eretto a partire dalla prima metà del sec. XII e consacrato alla presenza di Enrico IV di Svevia nel 1197 con il nome di Santa Maria.

Restaurato più volte, a causa del terremoto e dei bombardamenti subiti durante la guerra nel 1943, il Duomo si presenta oggi ripristinato nelle sue forme essenziali normanne; l’interno d’impianto basilicale a tre navate è diviso da due fila di 26 colonne monolitiche con tre absidi e transetto, ricoperto nella navata centrale da capriate decorate con figure di Santi, Angeli, Apostoli Evangelisti.

Nell’arcata ogivale domina una “Madonna in trono col Bambino” e nel cuspide superiore, opera di Pietro Bonitate, si può ammirare il “Cristo che incorona la Vergine”. Sulla sinistra del Duomo, si eleva il Campanile alto circa 60m, costituito da un grande orologio i cui meccanismi danno vita agli automi, al calendario perpetuo e alle fasi lunari.. Ogni giorno, allo scoccare del mezzogiorno, è possibile ammirare sul lato ovest del campanile i congegni meccanici che animano figure scultoree, rappresentanti allegoricamente episodi storici, religiosi riguardanti la città di Messina, con un accompagnamento in sottofondo di musica sacra.


Un altro importante monumento è la chiesa di S. Francesco d’Assisi, il primo tempio eretto dall’Ordine Francescano in Sicilia e nota ai messinesi come l’ ”Immacolata”, per la statua argentea della Vergine che vi si conserva.


Il Santuario di Sant’Antonio sorge nella zona dell’antico quartiere “Avignone”, dove il beato Annibale Maria di Francia iniziò il suo apostolato ai più bisognosi.


La Chiesa di S. Annunziata dei Catalani, invece, rappresenta dal punto di vista architettonico, un esempio di stili diversi su di un impianto tardo bizantino.


Ed ancora da vedere sono: la Chiesa San Giovanni di Malta, di S.Maria Alemanna e Santa Maria della Valle.



Non di minore importanza il Museo regionale, dove è possibile apprezzare sarcofagi romani, busti, mosaici, tavole, sculture, argenti e oreficerie, manufatti del periodo normanno-svevo, e opere importanti quali il “Polittico di San Gregorio” di Antonello da Messina, l’ “Adorazione dei pastori” e la “Resurrezione di Lazzaro” di Caravaggio.

Situata sui monti Nebrodi, sulle “Montagne delle felci e dei Porri” si trova la riserva regionale, costituita da un’isola di origine vulcanica in cui prevalgono montagne e piante selvatiche tipiche della macchia sempreverde. La zona è abitata prevalentemente dal ghiro e dall’avifauna (falco della regina).


Di spettacolare imponenza è il suggestivo “Stretto di Messina”, braccio di mare che collega il Mar Ionio con il Mar Tirreno e che, separando le due città di Messina e Reggio Calabria con le rispettive aree urbane, separa la Sicilia dalla Calabria, dunque dall'Italia peninsulare e dal continente.

La navigazione dello Stretto ebbe nell'antichità fama paurosa: realmente presenta notevoli difficoltà, specialmente per le correnti rapide ed irregolari. Anche i venti vi spirano violenti e talora in conflitto tra loro. Un fenomeno atmosferico particolare, detto “Fata Morgana”, può presentarsi tra le due coste, messinese e calabrese. Questa forma speciale di miraggio, visibile assai di rado, per breve tempo e di solito con giornate calde ed aria e mare calmi, sembra ravvicinare la sponda sicula, sulla quale gli edifici ed in generale gli oggetti si prospettano in mare o nell'aria con immagini stranamente allungate, deformate, che si rinnovano continuamente, simulando città fantastiche ed anche schiere d'uomini in movimento.

Una spiegazione sicura del fenomeno non si conosce, sebbene il fenomeno sia uguale in un certo senso a quello dei deserti.

La Sicilia [Ficarra-Picone]